Ferrara 1890 – Appiano Gentile 1972
matita su carta
cm 69,5 x 52
Esposizioni e Bibliografia :
- Galleria del Milione, (timbro a retro)
- Achille Funi, Itinerari di un affrescatore, 1930 - 1943 ; mostra e catalogo a cura di Vincenzo Mazzarella e AA.VV. ; Galleria dei Serpenti, Roma 1988; catalogo della mostra, illustrato a pag.39
Padre Ottavio Gasparri, della Congregazione dei Sacerdoti di Cristo Re, nel 1920 ebbe l'idea di costruire un tempio simbolo della pace internazionale a ricordo dei Caduti in guerra, in uno dei quartieri allora in via di sviluppo.
Il cantiere ebbe inizio il 18 maggio 1920, giorno in cui si pose la prima pietra, ma la costruzione iniziò nel 24 e nel 26 si inaugurò la cripta; nel 29 l'opera subi un rallentamento, i lavori ripresero nel 31 e il tempio fu inaugurato il 20 maggio 1934. Gli affreschi di Funi furono ultimati nel 1933. L'architetto Marcello Pia-centini, scelto per la progettazione del tempio, così ce lo descri-ve: "L'aspetto del Tempio quale oggi apparisce è il risultato di un'intima ricerca costruttiva ispirata a spirito moderno, ma quello che mi piace innanzitutto illustrare è il concetto fondamentale che domina la distribuzione planimetrica dell'edificio... Ho immaginato uno schema intermedio tra la croce latina e la croce gre-ca... Tutte le strutture portanti sono di mattoni e i mattoni appariscono nelle superfici esterne con una sincerità e una evidenza di masse che mi sembra la più reale espressione della concezione architettonica moderna... Tutte le strutture portate, vale a dire gli elementi orizzontali, che stanno a copertura dell'edificio, sono invece in cemento armato, e tali appariscono senza mentire la loro natura che anzi è nobilitata fino ad assumere le funzioni assegnate abitualmente ai materiali di rivestimento... Per quanto riguarda la decorazione, ho voluto il mio consueto criterio che già ho applicato nella costruzione del Ministero delle Corporazioni e nella Casa Madre dei Mutilati, cioè di collocare in opera soltanto quanto è necessario alla funzione dell'edificio: in questo caso quanto è necessario per le esigenze del culto e per l'elevazione dello spirito. Ma questo corredo essenziale deve essere realizzato con materiali di prim'ordine e da artisti che siano scelti tra i migliori e i più adatti al compito specifico. Nel Tempio di Cristo Re tale compito è stato affidato ad Arturo Martini per il grande bassorilievo bronzeo collocato nell' arcosolio del portone centrale della facciata; ad Achille Funi per gli affreschi dell'abside; ad Alfredo Biagini per la Via Crucis; a Corrado Vigni per il gruppo del S. Giovanni sul Fonte Battesimale, i bassorilievi dei Cibori e le figurine sulle lampade laterali dell'Altare Maggiore. Il maestro del ferro battuto Isnaldo Petrassi ha eseguito i simboli che sovrastano le due porte laterali della facciata. L'interno della chiesa è dominato dal tono rosso del pavimento porfirico, che rivela ed innalza le superfici a intonaco grigio-rosso delle pareti e del largo basamento di travertino lucidato. Pochi, sobri accenti di colore e di chiaroscuro sono ottenuti col verde degli altari, con le transenne dorate dei cori, con le incassature dei confessionali e con le quattro solenni figure degli Evangelisti che il Funi ha dipinto sui pilastri centrali " (M. Piacentini, 1934)
Gli Evangelisti sono monocromi, color sanguigna, quasi disegna-ti, più che dipinti, mediazione tra il Cristo e noi.Il grande, terribile, Gristo al linei e aspro piace nigrandi piedi pron.
Il sana la parete dell'abside di del comaiacontiniano: ai lani con. de tul oftrono al Cristo i simboli dal, comando: la corona e lo i due an, in geli dai colori terra di Siena rosati, con le ali rosso poet. tra no, a tratti illuminati da un azzurro-cobalto tenero che Biom. con terno proparatorio, presente in Catalosso, studio per la figura
Indisse del Cristo, o di un modellato finissimo: il Cristo è seguro conostra il Vangelo appoggiandolo sulla giamba, sinistra protuto e mvanti, mentre una mano si le vi voltodicaci i cielo. Il Cristo in calzo, il disegno accuratissimo, il volto è bello e sereno. Curto d che dietro questo foglio ci sia uno studio per un ritratto di Cin-seri e uno studio di un uomo seduto: non dimentichiamo che Car. rieri posò per il S. Francesco il trono di Tripoli confondendo rieri ricordo con l'aver posato per il Cristo Re (cfr. Scheda Tri poli). Sarà forse stato per questo disegno?
poll disegno è raffinato, anche se già grandioso, nell' affresco Fu-hi stravolge F'idea semplificando Cristo con il Vangelo o meglio FEvangelium alla latina, un Cristo in trono con erandi piedi e grandi
mani che suscita reazioni contrastanti: «
• Nel trionfale e critica-
maino Cristo, che, alto 12 metri, domina da sovrano nel catino dell'abside, ..un Cristo trionfante questo dell'abside, un vero uno do Re... a il Cristo eroe dell'epoca romana, quello a cui è dedicata la Chiesa". (Pacini 1934) ".
..Si sente nel suo lavoro più di un'in.
certezza disegnativa e chiaroscuristica. A voler cercare difetti for. mali si potrebbe accusare qualche sproporzione nelle membra: nei Cristo e negli angeli... il tutto è visto bene, grandiosamente deco. rativo... uno stile personale scaturisce da queste colossali figure del coraggioso Funi'
(Oppo, 1934). Coraggioso il Cristo in trono con
questi grandi piedi, grandi mani. E pur vero che i piedi sono es. senziali nel popolare, ricordiamo i piedi del Cristo morto del Man-tegna e i piedi, causa di tanto scandalo del primo San Matteo del
Caravaggio. Il Cristo è visto come un'immagine ravvicinata al ca-nocchiale o un'aereo che atterra: il piede sinistro è tanto più grande perché è il primo che tocca il suolo. E come se, partendo dal centro dell'abside, la figura si dilati a prendere possesso di tutta la superficie e il corpo via via si ingrandisca. Azzurro è il fondo, il viso è grave, gli occhi forti e il suo comando è dato dall'unico segno dell'Evangelio; gialla è la veste coperta da un manto rosso, iCristo è consapevole, quindi il Cristo è un Dio, è un'immagine di Cristo Re che si manifesta semplicemente con la sua presenza in una fusione perfetta con il tempio piacentiniano.
Bisognerebbe vedere da fuori la Chiesa, quando è aperta la porta centrale; da sotto lo straordinario Sacro Cuore dal "cuore acce-
so" di Martini, si vedono solo i piedi, i grandi piedi.
"Questo luogo è terribile perché qui è la casa del Signore. Quanto è terribile questo luogo! Non è qui altra cosa se non la casa di Dio." (La visione di Betuel-Sacra Bibbia).
Vincenzo Mazzarella